Disturbi del comportamento alimentare

Disturbi del comportamento alimentare: i campanelli di allarme per riconoscerli

Dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) se ne parla, ma se ne parla sempre troppo poco, in maniera incompleta o poco costruttiva. I disturbi del comportamento alimentare sono in primo luogo dei disturbi della salute mentale che stravolgono la quotidianità di chi ne soffre e di chi gli sta intorno e necessitano delle giuste attenzioni, senza pregiudizi.

Riconoscere un disturbo del comportamento alimentare presto vuol dire avere una maggiore possibilità di guarigione ed evitare quindi che il disturbo cronicizzi, ovvero evitare che non guarisca mai completamente. Basarsi solo sul peso corporeo della persona che si ha di fronte non è un modo per riconoscere un disturbo di questo tipo, perché non sempre le variazioni di peso sono evidenti.

In questo breve articolo trovi proprio un elenco di quelli che sono i primi segnali di allarme della manifestazione di un disturbo del comportamento alimentare. Specialmente se hai a che fare con gli adolescenti, che tu sia un familiare, un amico, un insegnante o un allenatore, puoi davvero fare la differenza accorgendoti per tempo dell’insorgenza del disturbo. Vediamo quindi insieme quali possono essere dei segnali da non sottovalutare.

1. Cambiamenti di umore anche improvvisi: nervosismo e irascibilità, pianti improvvisi e immotivati.

2. Tendenza ad isolarsi: rifiutarsi di uscire e frequentare luoghi frequentati dai coetanei, negarsi al telefono, allontanare anche amicizie importanti e altre persone care.

3. Atteggiamento verso la scuola perfezionistico, caratterizzato da uno studio maniacale e con esagerata preoccupazione per il risultato finale.

4. Attività fisica eccessiva e disfunzionale, che richiede sempre più ore di tempo togliendo spazio anche ad impegni di altra natura e ad interessi precedenti. In alcuni soggetti può però verificarsi anche la situazione opposta, ovvero l’improvvisa interruzione della pratica sportiva.

5. Evitamento dei pasti in compagnia, sia in casa con altri componenti della famiglia, sia fuori casa in occasioni conviviali. Spesso c’è la tendenza a trovare delle scuse, come fingere di stare male o nascondersi dietro ad allergie e intolleranze per non mangiare.

6. Assunzione di grandi quantità di cibo senza rendersene conto o senza riuscire a fermarsi, negare di aver mangiato tanto, a volte anche fino a svuotare la dispensa o il frigorifero.

7. Frequenza nell’andare in bagno dopo i pasti attuando strategie che possano coprire il rumore del vomito auto-indotto, come riprodurre della musica o aprire l’acqua fingendo di dover fare una doccia.

8. Lamento frequente di dolori di pancia e stomaco come scusa per richiedere lassativi o prodotti a base di erbe e fibre vegetali che permettano di svuotare l’intestino ed impedire un adeguato assorbimento dei nutrienti.

9. Attenzione particolare alla spesa, con particolare interesse ai prodotti alimentari acquistati e alla loro composizione nutrizionale, con la scelta nell’acquisto di prodotti a minore contenuto calorico a prescindere dall’aspetto nutrizionale.

10. Utilizzo di abiti larghi o sovrapposti per cercare di nascondere la forma fisica quando evidente un calo di peso, accompagnato da un rifiuto di spogliarsi di fronte ad altre persone.

11. Improvviso evitamento della bilancia o, al contrario, un suo eccessivo uso. Nel primo caso per paura, nel secondo caso perché il controllo del peso diventa compulsivo.

12. Il cibo, la cucina, l’immagine corporea, diventano improvvisamente argomenti da evitare o motivo di continue discussioni.