Fabbisogno energetico e nutrizionale
Sono la stessa cosa? Sono uguali per tutti? Come possiamo soddisfarli?
Il fabbisogno energetico corrisponde alla quantità di energia necessaria e sufficiente all’organismo per svolgere tutte le attività giornaliere, questa energia deve essere introdotta proprio con gli alimenti e dipende dal dispendio energetico: più energia spendiamo, più dobbiamo ottenerne dagli alimenti.
Tutta l’energia che spendiamo può essere suddivisa in tre categorie:
• Metabolismo basale: rappresenta il 55-70% del dispendio energetico giornaliero.
È quell’energia spesa per mantenere le funzioni vitali dell’organismo quando siamo a riposo, a digiuno e in equilibrio termico con l’ambiente che ci circonda. In queste condizioni, infatti, il nostro corpo spende comunque energia per mantenersi in vita: per l’attività cardiaca, per la respirazione, per l’attività dei reni, del sistema nervoso, ecc..
• Termogenesi indotta dalla dieta: rappresenta circa il 10% del dispendio energetico giornaliero.
È l’energia spesa da parte del nostro sistema digerente dopo un pasto. I processi di digestione, assorbimento e metabolismo dei diversi nutrienti richiedono energia.
• Attività fisica: può rappresentare dal 20% al 40% del dispendio energetico giornaliero.
Il range è molto ampio perché in un soggetto sedentario il dispendio energetico dato dall’attività fisica sarà decisamente inferiore rispetto a quello di un atleta. Anche in un soggetto che non pratica attività fisica però questo valore non è mai nullo. Nel gergo più comune quando parliamo di attività fisica ci riferiamo ad un allenamento programmato, uno sport praticato abitualmente, ma in questo caso per attività fisica si intende qualsiasi contrazione dei nostri muscoli che permettono il movimento, quindi anche qualsiasi altro movimento (es. fare le scale, fare le pulizie, salire in auto, spostarsi da una stanza all’altra).
Il fabbisogno energetico è rappresentato quindi dalle calorie che dovremmo assumere, potremmo tranquillamente soddisfarlo mangiando solo pane, solo carne, solo legumi… ma in questo modo non si andrebbe a soddisfare il fabbisogno nutrizionale.
Il fabbisogno nutrizionale corrisponde alle quantità dei diversi nutrienti necessari al nostro organismo, sia macronutrienti (carboidrati, grassi, proteine), sia micronutrienti (sali minerali e vitamine). Come il fabbisogno energetico, anche il fabbisogno in nutrienti può variare da un soggetto all’altro e anche in diverse fasi della vita di uno stesso soggetto.
Ad esempio, una bambina di 5 anni ha un fabbisogno medio di ferro di 5 mg al giorno. Crescendo avrà bisogno di più ferro perché con lo sviluppo una parte verrà perso con il ciclo mestruale quindi, la stessa ragazza 20 anni dopo, avrà un fabbisogno di circa 10 mg al giorno di ferro. Neanche questa volta il valore è stazionario, il fabbisogno giornaliero potrà andare ad aumentare ulteriormente in gravidanza e diminuirà quando sarà in menopausa.
Ci sono tanti fattori che possono andare a modificare il nostro fabbisogno nutrizionale durante le diverse fasi della vita, ma generalmente in tutti i soggetti sani, senza esigenze nutrizionali particolari, una dieta varia ed equilibrata riesce ad apportare tutti i nutrienti necessari all’organismo.
Da non dimenticare poi il fabbisogno idrico, ovvero la quantità di acqua di cui ognuno di noi ha bisogno, in genere compresa tra 1,5 e 2 litri al giorno.
Per mantenere un buono stato di salute è importante soddisfare tutti i fabbisogni. Solo quando è necessario intraprendere una dieta dimagrante non si va a soddisfare del tutto il fabbisogno energetico, perché la perdita di peso si può ottenere soltanto creando un deficit calorico, quindi assumendo meno calorie di quelle necessarie e portando il bilancio energetico in negativo. Uno dei motivi per i quali è sconsigliato intraprendere diete fortemente ipocaloriche è quello di non riuscire a soddisfare poi il fabbisogno nutrizionale, specialmente dei micronutrienti. Questo avviene perché mangiando troppo poco oltre ad una riduzione di calorie si ha anche una riduzione di nutrienti assunti con gli alimenti. Quando un professionista della nutrizione decide di ricorrere ad una dieta rigida per un suo paziente deve sempre valutare se è necessaria un’integrazione di vitamine e sali minerali, la cui carenza può essere anche rischiosa.