Percentuale di massa grassa: ancora utile o concetto da superare?
La valutazione della composizione corporea è fondamentale per gli sportivi e per il team che li circonda e deve avere come obiettivo principale non solo ottimizzare le prestazioni ma farlo garantendo un buono stato di salute e di benessere dell’atleta. Fino ad oggi l’attenzione è stata spesso posta sulla percentuale di massa grassa senza dare il giusto peso a parametri altrettanto importanti. Un eccesso di grasso corporeo può sicuramente compromettere negativamente le prestazioni sportive, ma questo dipende dallo sport praticato e dal ruolo svolto, ma la percentuale di massa grassa non è l’unica cosa che conta, e avere una stima corretta di questo valore non è semplice come potrebbe sembrare.
A cosa serve e come viene effettuata la valutazione della composizione corporea?
Ci consente di andare a definire le caratteristiche fisiche e strutturali di un soggetto e misurare o stimare uno o più compartimenti corporei. Nella stima della composizione corporea il nostro corpo viene suddiviso in due compartimenti: massa grassa (FM) e massa magra (FFM, Fat-Free Mass), quest’ultima ottenuta dall’unione dell’acqua totale corporea (acqua intracellulare, ICW, ed extracellulare, ECW), delle proteine, dei minerali e del glicogeno.
I principali metodi utilizzati per la valutazione della composizione corporea sono metodi indiretti, ciò significa che per poter fornire delle stime dei diversi compartimenti è necessaria l’applicazione di formule ed equazioni presenti nella letteratura scientifica e studiate su specifiche popolazioni di riferimento.
Le misurazioni antropometriche di routine prevedono la determinazione di:
-Peso
-Altezza
-Circonferenze corporee
A queste è possibile aggiungere anche altri due esami:
-Plicometria, usata per la stima della massa grassa. Permette di misurare lo spessore in millimetri del doppio strato cutaneo e del tessuto adiposo interposto, permettendone quindi una stima.
-Bioimpedenziometria, usata per la stima dell’acqua totale corporea e quindi dello stato di idratazione, attraverso la determinazione della resistenza (R) e della reattanza (Xc) vengono forniti i valori di impedenza (Z), forza che contrasta il passaggio di correnti alternate, e angolo di fase (PhA), indicatore di salute cellulare.
Quali sono i limiti?
Sia la plicometria che la bioimpedenziometria consentono di stimare attraverso specifiche formule il valore della percentuale di massa grassa, ma a volte lo fanno con un errore molto elevato. Questo avviene perché le formule utilizzate sono numerose, studiate da diversi esperti e su popolazioni con caratteristiche variabili. Su uno stesso soggetto, infatti, pur partendo dagli stessi dati, le diverse formule possono dare percentuali di massa grassa discordanti. A questo si va ad aggiungere anche l’errore di stima dovuto alla valutazione effettuata da diversi operatori.
(Figura 1)
In figura 1 sono mostrati i valori percentuali di massa grassa dello stesso atleta ottenuti a seguito della plicometria con l’utilizzo di equazioni diverse. Possiamo notare come i risultati siano estremamente diversi tra loro.
Anche la bioimpedenziometria è spesso utilizzata erroneamente per fornire una stima della percentuale di massa grassa, essendo un’analisi specifica per la valutazione dello stato di idratazione si possono riscontrare importanti errori di stima.
In ambito sportivo, in cui c’è maggiore attenzione alla composizione corporea degli atleti, il focus è prevalentemente a livello della percentuale di massa grassa, e questo può rappresentare un limite se ci si basa su dati non accurati. Di recente, un modo per poter ottenere dei dati accurati e confrontabili tra loro è quello di utilizzare i parametri grezzi che l’operatore può misurare direttamente, piuttosto che la percentuale di massa grassa, in quanto l’utilizzo di formule implica con sé già un errore dovuto al tipo di popolazione su cui la formula stessa è stata studiata.
Questi parametri grezzi ricavabili dalla plicometria e dalla bioimpedenziometria sono, rispettivamente, la
somma delle pliche corporee e l’angolo di fase.
Gli attuali studi dei principali esperti in nutrizione sportiva e antropometria si stanno concentrando proprio sul poter fornire dei parametri di riferimento da utilizzare come standard di composizione corporea per un atleta e che siano sport-specifici. Questo ci potrebbe aiutare a superare il concetto del solo utilizzo della percentuale di massa grassa e imparare a contestualizzare il dato con altri parametri non solo altrettanto importanti ma anche più precisi.